05 October 2022

REAL ESTATE: Da fienile a laboratorio teatrale: i mille usi dei casali della campagna Toscana

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REAL ESTATE: Da fienile a laboratorio teatrale: i mille usi dei casali della campagna Toscana

"Nessun testo, nessuna regia, nessuna scenografia può sostituire la presenza fisica dell'attore senza di conseguenza annientare i fondamenti dell'arte teatrale. Il teatro non è un'appendice della letteratura, né un collage o una sintesi delle arti nella prospettiva di una opera totale ma l'istante unico di un incontro tra un pubblico venuto a vedere e attori che si offrono alla vista. Offrire alla vista non la rappresentazione, il ri-presentato, ma il vivente, il pensiero attraverso il pensare. Offrire alla vista ciò che non si può ascoltare: la presenza interiore che vitalizza l'agire come il parlare nel crogiolo del corpo. Il vissuto del corpo crea la verità della parola. Il corpo è l'essenza del teatro".
Yves Lebreton

 

Il casale che vi proponiamo è stato sede del Centro Internazionale di Formazione, Ricerca e Creazione Teatrale, ideato e diretto da Yves Lebreton, che, dal 1969, si è sempre dedicato alla creazione di un teatro corporeo centrato sulla presenza fisica dell'attore. In totale rottura con la tradizione del teatro letterario, rivendica un teatro d'azione, di movimento e d'immagine dove l'attore è allo stesso tempo l'autore e l'interprete.

“Comprai questa casa perché avevo in mente da tanti anni di realizzare un centro di formazione, un luogo dove organizzare laboratori per attori, ma anche un posto dove creare i miei propri spettacoli. In questo senso, l’ex fienile di questa casa colonica è diventato un ottimo studio teatrale e la casa ha ospitato dei corsi, per periodi limitati, di una settimana o un mese.

La capienza massima del fienile è di 15 attori, che si sono alternati nel corso degli anni: giovani attori in formazione, indipendenti o che si preparavano in varie scuole di teatro.

Tutti gli studenti che ho seguito avevano interesse per l’espressione corporea.”

“L’insegnamento che ha portato avanti in questo Centro si basava dunque sul corpo nel contesto del linguaggio teatrale e sulla necessità di promuovere la funzione creativa dell'attore, come gli strumenti indispensabili alla mutazione del teatro contemporaneo.”

“Per me il corpo è la ragione di ogni linguaggio, al di là del teatro. Il mimo corporeo fa riferimento al mio maestro, Etienne Decroux nel contesto storico della ricerca teatrale contemporanea; il teatro corporeo, invece, è un concetto che ho sviluppato in cinquant’anni di lavoro e ricerca sulla formazione dell’attore e non ha niente a che vedere con il mimo, ma piuttosto con il teatro fisico”.

“L’energia è un concetto molto ampio che ho utilizzato per sintetizzare un po’ la vita interiore dell’attore, quella cosciente, quella intuitiva, quella sensitiva, tutta la nebulosa interiore che motiva l’artista nella sua espressione e ne giustifica l’espressione stessa sul palco.

Normalmente, nel teatro tradizionale si indaga la motivazione psicologica, che personalmente trovo riduttiva: non mi riconosco del tutto nel lavoro di Freud sull’inconscio, l’energia è qualcosa di più, che si ricollega al flusso vitale dell’essere umano e che segna la sua capacità di espressione.”

L’espressione, come indica la parola stessa, è un’impressione che viene da dentro e si proietta verso l’esterno: ogni volta che un essere umano si esprime, attraverso la voce o il corpo, attraverso qualsiasi mezzo artistico, come la pittura, la musica, la scrittura, la danza ecc, non fa altro che proiettare, attraverso una forma che lui definisce, un’entità che è interiore.

E’ un insieme di cose, che vanno dalla sensazione, alla sensibilità, al pensiero.

Il corpo è la materia prima da cui fluisce l’energia e completiamo l’espressione corporea attraverso l’uso della voce: la parola è alla fine e serve per raggiungere la famosa “recitazione” dell’attore.

Nelle meravigliose campagne toscane, Yves Lebreton ha trasmesso la sua arte ai suoi alunni, che lo hanno seguito alla ricerca dell’essenza del teatro, attraverso il corpo. Perché ha scelto questo casale immerso per seguire i suoi studenti?

“Era mia intenzione trovare un luogo lontano dalla frenesia della città, una maniera di liberarci dallo stress che ci anima quando siamo nella turbolenza dell’attività professionale.

In francese, si definirebbe “retraite”: ho cercato un luogo distante dalla città in piena campagna, per trovare, attraverso il contatto della natura, delle spinte che ci aiutino a esprimersi.

Queste spinte le abbiamo in noi: attraverso la ricerca dell’energia, io ho sempre puntato su quattro fonti, che ho chiamato, minerale, vegetale, animale e mentale.

La natura è dentro di noi, siamo un prodotto della natura, come un albero, un corso d’acqua o il vento: gli uomini sono un fenomeno della natura e si tratta di trovare dentro di noi queste fonti, queste radici.

La scienza oggi lo conferma: l’essere umano è il risultato di un’evoluzione, che trova il suo punto di partenza nel famoso big bang. Siamo unicamente un elemento di questo universo: l’uomo è apparso molto di recente rispetto all’evoluzione.

E’ cominciato tutto con il minerale, poi il vegetale, l’animale e infine siamo arrivati all’essere umano.

Aristotele definì l'uomo "un animale che pensa", ma noi potremmo aggiungere anche “è un vegetale che si muove” o “un minerale che respira”, che ha un ciclo biologico: tutto è collegato e ogni parte di questa evoluzione è un punto d’appoggio per l’espressività.

Il minerale, per esempio, è collegato per me alla presenza, alla capacità di abitare il proprio corpo. Il puntare essenzialmente con il contatto con la terra e trovare un punto di appoggio all’elemento minerale porta poi a sviluppare il concetto di linfa vitale che attraversa il vegetale, un respiro biologico in qualche modo.

L’energia animale proietta l’energia al di fuori, verso un atteggiamento più dinamico, di dare e ricevere, un’interazione costante tra il mondo interno e quello interno.

E alla fine, la parte mentale permette di prendere coscienza di questo processo, che parte dal minerale fino all’animale, e di controllarlo rispetto all'obiettivo espressivo che ci siamo prefissati.”

Il casale che ha scelto per la sua scuola era comunque in un luogo raggiungibile?

“Certo, non siamo nella giungla, in Toscana, isolati dallo stress, ma a tre chilometri dal comune di Montespertoli e a 40 minuti da Firenze.”

Quali sono i suoi progetti ora?

“Ho consacrato 50 anni della mia vita alla produzione di spettacoli ed alla loro presentazione, attraverso tournée internazionali.

Il pregio del corpo è che è un linguaggio universale, senza barriere, e questo mi ha permesso di girare ovunque, principalmente in Europa, ma anche in America del Nord e in America Latina.

Purtroppo, non ho fatto tour in Oriente, e questo mi dispiace perché mi sento molto affine alla filosofia orientale.

Oggi, con il tempo che passa, ho iniziato a dedicarmi alla scrittura, per finalizzare in questo modo la mia metodologia e trovare un supporto al di là del tempo.

Sarei felice se i miei scritti potranno essere utili alle future generazioni; è una bottiglia con un messaggio, che si getta in mare. Ne sento la necessità.”

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